Massimo è uno scrittore affermato, nel pieno della maturità artistica e creativa. Per cause non solo a lui misteriose gli capita però un giorno di svegliarsi morto. Da quel nuovo “mondo” nel quale si scopre catapultato assapora il privilegio ma sperimenta pure il dramma di poter assistere a come la vita (degli altri) continui. Il piacere sottile di spiare atteggiamenti e parole di chi gli era sempre stato accanto si alterna alla sofferenza impotente al cospetto dello svelarsi impietoso di inattesi sentimenti nei suoi confronti che in tanti gli avevano taciuto e che ora, in sua assenza, prorompono spontanei e non trovano argine neppure in quel senso del pudore che il rispetto per chi non c’è più dovrebbe salvaguardare. Fanno male e meritano perciò i suoi strali i troppi farisei che sfoderano adesso a tempo scaduto e senza reticenza una sincerità postuma così dolorosamente rivelatrice. Tra stilettate pungenti e coraggiosi pretesti per provare comunque a sorridere, il protagonista di questo singolare viaggio nel mare tempestoso dei ricordi e dei propri dubbi troverà soltanto alla fine una qualche sia pur approssimativa forma di riconciliazione. Con se stesso e con quello strano impulso emotivo mai sopito che si potrebbe chiamare amore per l’umanità.