Dicono che la lettura ci renda liberi. Qualcuno potrebbe pensare che non sia un caso che la parola “libro” sia così simile a “libero”. È solo una coincidenza? In questo articolo scopriremo insieme l’etimologia (ossia l’origine) del termine che indica un testo scritto e perché lo si utilizza.
Etimologia della parola libro
La parola italiana che indica un testo scritto, ovvero “libro”, ha origine in un termine latino, ovvero liber. Che vuol dire “libero”, dirà qualcuno. In realtà, liber è il termine con cui gli antichi Romani indicavano una parte specifica dell’albero, ovvero la sua corteccia. Ma perché la parola è finita ad indicare i testi scritti, ovvero i libri? La ragione è semplice: la parte interna della corteccia degli alberi rappresenta uno dei primi supporti portatili su cui si riportavano i testi. Ma questo è solo uno dei tanti modi in cui le parole sono state trasposte per iscritto, durante il corso del tempo.
L’evoluzione dei supporti
La corteccia degli alberi, però, non è stata l’unico tipo di supporto che è stato usato per ospitare la parola scritta. Nel corso della storia, infatti, si è passati anche per materiali di varia origine. A partire da quella inorganica come le tavolette d’argilla, passando per i materiali di origine vegetale come il papiro nell’antico Egitto. Non dimenticandoci, poi, dei supporti di origine animale, come la pergamena. Questa, infatti, veniva prodotta trattando in modo speciale la pelle di agnello o di vitello per produrre dei fogli su cui si poteva scrivere. La pergamena, anche conosciuta come carta pecora, prende il nome da Pergamo, città dell’Asia Minore e ha avuto origine attorno al II secolo avanti Cristo, in sostituzione del papiro quando, a causa della concorrenza culturale tra i due Paesi, l’Egitto aveva smesso di esportare il materiale scrittorio prodotto dalla famosa pianta acquatica che cresce lungo le sponde del Nilo. Ma la città di Pergamo non si diede per vinta e, per reazione, iniziò a trattare le pelli di alcuni animali creando, così, la pergamena. Tra i vari supporti della scrittura, ricordiamo anche la carta prodotta attraverso la macerazione degli indumenti e degli stracci, meglio nota come carta bambagina. Da lì si è arrivati, infine, alla carta come la conosciamo oggi prodotta dalla polpa degli alberi. Chiudendo, in modo simbolico, il cerchio da cui tutto è iniziato.