Hai scritto un libro, ma non sei ancora sicuro di volerlo spedire a un editor di professione, direttamente a una casa editrice o metterti in contatto con un agente letterario? Quello che fa per te è trovare uno o più beta reader. Di cosa si tratta e perché è così importante per uno scrittore trovarne almeno uno?
Beta Reader: di cosa si tratta e perché ne hai bisogno
Il beta reader (o, come viene chiamato in italiano, lettore beta) è una persona amante dei libri e che mette a disposizione gratuitamente il suo tempo per aiutare un autore spesso emergente, ma non solo. Cosa fa esattamente un beta reader? Ha un compito molto importante e, allo stesso tempo, estremamente delicato. Ha, infatti, l’onore di leggere in anteprima un manoscritto. Attenzione, però, l’onore e l’onere allo stesso tempo. Quando un autore si affida all’opera di un lettore beta, infatti, si aspetta che questo gli fornisca periodicamente un feedback sulla propria opera, corredato da eventuali critiche e opinioni oneste e, soprattutto, costruttive. Ma perché si chiama lettore beta? Semplice! Perché analizza un testo per secondo, subito dopo l’autore del testo stesso, che ne è il lettore alpha (ovvero il primo).
I limiti del beta reader
Va sottolineato che il beta reader, o lettore beta che lo si voglia chiamare, non è un editor. Si tratta, infatti, di due figure ben distinte. Il lettore beta fornisce all’autore una visione della sua opera che è emozionale e soggettiva. Grazie al beta reader, chi si cimenta con la stesura di un libro può ricevere feedback e critiche costruttive e verificare al contempo che la sua scrittura trasmetta delle emozioni in chi la legge. In sostanza, fanno sapere all’autore se il romanzo sta loro piacendo o no. Inoltre, il lavoro con un amante dei libri può spesso togliere il dubbio se la propria storia assomiglia ad altre già pubblicate, con il rischio di incorrere in un plagio involontario. Permette anche di scovare problemi di coerenza all’interno della storia. Al contrario del lettore beta, lo sguardo dell’editor è uno sguardo oggettivo, che aiuta lo scrittore a fare quel salto di qualità necessario per arrivare ad avere un’opera ben levigata e adatta alla pubblicazione. Un piccolo consiglio che ci sentiamo di dare agli aspiranti autori è quello di fare leggere la propria opera, se possibile, allo stesso lettore beta prima e dopo il lavoro con un editor professionista, per accertarsi che il frutto del proprio ne abbia tratto un effettivo giovamento. Tuttavia, è bene affidarsi a un lettore beta solo dopo aver svolto un lavoro di self editing e aver lavorato con un critique partner, di cui parleremo nel prossimo paragrafo.
Come riconoscere un beta reader affidabile
Prima di discutere su come riconoscere un beta reader affidabile, è bene fare una premessa. Un buon lettore beta cui mandare il proprio romanzo dovrebbe innanzitutto riflettere il target di riferimento dell’opera che gli viene affidata. Ad esempio, se si sta scrivendo un romanzo storico, sarebbe meglio affidarci a una persona appassionata di libri che siano ambientati nel passato. Se abbiamo tra le mani un’opera di fantascienza, invece, tal beta reader non fa al caso nostro. Meglio contattare qualcuno che sia appassionato, ad esempio, di storie che parlano di alieni, altri pianeti e che siano ambientate nello spazio nel futuro. Dato che i beta reader sono sostanzialmente dei lettori che mettono a disposizione il proprio tempo a favore di un autore in attesa di essere pubblicato, i luoghi migliori per trovarne uno sono, tra gli altri, i gruppi di lettura organizzati dalle biblioteche, i circoli di lettura, i gruppi online e in tutti i luoghi in cui gli scrittori tendono a radunarsi.
Come lavorare con un beta reader
Per ottenere un feedback e l’opinione di un beta reader, è bene mandargli una sezione del manoscritto alla volta, insieme a un questionario da compilare una volta che ne ha terminato la lettura. Il questionario dovrebbe comprendere diverse domande relative al gradimento dell’opera che ha ricevuto che incoraggiano a esprimere la sua opinione su quanto letto, che sia positiva o negativa. Si potrebbe anche chiedere al beta reader cosa pensa che succederà nel prossimo stralcio che gli invierete (se hanno intenzione di proseguire con la lettura dell’opera) e se ci sono parti che risultano poco chiare. Quanto lunghe dovrebbero essere le sezioni che inviate a un beta reader? Dipende da due fattori principali. Per prima cosa, da quanto tempo questa persona può e vuole mettere a disposizione per la lettura e la valutazione del tuo manoscritto. Se una persona può dedicare poco tempo per volta, meglio inviare stralci brevi. Mentre, se il beta reader ha a disposizione molto tempo, meglio optare per estratti più lunghi, con grandi intervalli di tempo tra l’uno e l’altro per permettere alla persona che sta valutando il manoscritto di lavorarci per bene. In secondo luogo, la lunghezza dei pezzi da spedire ai beta reader ogni volta dipende anche da quanta fiducia si ripone nella qualità della propria scrittura. Se si ritiene che il manoscritto sia già abbastanza buono, si possono inviare stralci anche più lunghi.
Come proteggere il proprio romanzo da eventuali plagi
Sebbene sia raro che un lettore beta rubi o si appropri tramite plagio di parti o di un romanzo intero che viene loro inviato, proteggere la propria opera è una preoccupazione reale per gran parte degli autori, se non per tutti loro. Soprattutto tenendo conto che può capitare che le figure a cui manda il suo manoscritto siano dei perfetti sconosciuti. Tenendo comunque in conto che la maggior parte dei beta reader è in buona fede, è bene premunirsi contro eventuali eccezioni. Come fare, però, in concreto? Ci sono diversi modi in cui un autore può proteggere la propria creazione letteraria, tra cui:
- inviare a se stesso una copia del manoscritto tramite raccomandata con ricevuta di ritorno, aprendo la busta solo e soltanto in caso di contenzioso con qualcuno che rivendichi la paternità dell’opera in questione;
- aprire un indirizzo di posta elettronica certificata (Pec) e inviare a tale indirizzo una copia del proprio romanzo;
- registrare l’opera presso la Siae (Società italiana degli autori ed editori), organizzazione che si occupa di tutelare i propri repertori creativi, ovvero tutte quelle opere che le sono state affidate dai suoi iscritti e dalle società di autori estere.