Intervista all’autrice di “Doc a chi?!”

Le donne le scrivono, le tv la vogliono come opinionista, le librerie chiedono presentazioni, la pagina Amazon del suo libro è già piena di recensioni. Il debutto editoriale di Lisa Zuccarini, Doc a chi?! Cronache e disastri di una mamma col camice appeso al chiodo, è una storia appassionata e vera in cui si alternano la vita di tutti i giorni, tra umorismo e fatica, e i momenti speciali con le grandi scelte che tutti noi siamo chiamati ad affrontare.

Ma chi è Lisa?
Lisa è una donna di 38 anni che di mestiere fa la moglie e la mamma h24, accudisce marito e figli e ad oggi è quello che l’appaga e a cui si sente vocata. Lisa è Lisa. È davvero tutto qui. Essere solo questo, oggi, mi basta oltre ogni misura. Sono una donna come tante che si barcamena tra le disavventure quotidiane di ogni mamma-matta-e-disperatissima-come-si-deve.

Chi era Lisa ieri?
Un aspirante medico, che a un passo dalla laurea in Medicina ha messo in discussione tutto arrendendosi a un bisogno più che a un’imposizione. Ho appeso letteralmente il camice al chiodo perché mi sono sentita chiamata a spendere la mia attesa di felicità piena come moglie e madre. Semplicemente.

Di cosa parla il tuo libro?
Senz’altro della quotidianità di una mamma imperfetta e indaffarata. Ho tentato l’impresa di portare buonumore, raccontando e lodando il bello di ogni putiferio domestico. La leggerezza però, inevitabilmente, finisce per portare in alto, cioè ci fa fare i conti con ciò che è celeste, eterno. Perciò, al di là delle vicende più o meno comiche, finisce che ci scappa a ogni capitolo il ringraziamento per una vita che, nonostante le sue complicazioni, è insegnamento e via di crescita spirituale. Oltre a questo, parlo di alcune esperienze vissute sul campo, ieri come tirocinante in corsia e oggi come moglie, amica e madre.

Qualche rimpianto? Il fatto di non avere un titolo da annettere al tuo nome non ti dispiace nemmeno un po’?
Vorrei rispondere proponendo un’altra domanda: se resta solo il mio nome, è ok? E oggi posso dire questo. Che per me non solo è ok, bisogna proprio che sia così. Non è un male pensare che le giornate piene di impegni, pensieri, imprevisti e incognite siano una spesa al contrario, quasi un carrello che, anziché riempirsi, si svuota per arrivare alla cassa (leggi: morte, ingresso nell’eternità) presentando alla resa dei conti la mia sola presenza. Nel libro ho scritto: “tolto il Doc, cosa resta? Resta Lisa”. Vuol dire non tanto “c’è solo Lisa”, ma “tutto quel che si salva dalle tempeste e dal nulla è Lisa”. Resta il mio presente, e il mio presente è un dono irrinunciabile.

Leggendo il libro ci si aspetta un finale col botto, e invece no, osi raccontare il momento più buio e dolente della tua maternità.
Sì, ho osato raccontare esattamente l’opposto di quanto ci si sarebbe potuti attendere. La fatica a concepire e poi una gravidanza che si interrompe troppo presto. La nostra storia, di mio marito e mia, è quella di tante coppie. Ho sentito necessario raccontarla per confortare e rendere grazie anche di questo lutto, che è diventato strada per raggiungere la maternità terrena con ancora più consapevolezza della sacralità della vita, senza dimenticare che esiste anche una maternità di cielo, per me e tutte le mamme che vivono nell’attesa di riabbracciare i loro bimbi non nati.

Doc a chi?! è disponibile nel nostro Shop in formato cartaceo ed e-book.

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