Una vita avvincente e fuori dagli schemi di un personaggio altrettanto eccezionale come Padre Pio da Pietralcina. Giuseppe Signorin, metà maschile dei Mienmiuaif, ha deciso di esaminare ed esplorare la vita del Santo. Il risultato? “Pio, un Santo della Madonna“, un libro che non è solo una biografia ma un vero e proprio racconto psichedelico su uno dei santi più controversi della storia.
Qual è stato il motivo principale della tua scelta di scrivere su Padre Pio? C’è stata un’esperienza personale o una fonte di ispirazione particolare che ha guidato questa decisione?
Padre Pio non lo sopportavo, come non lo sopportano in molti. Sa di superstizione, di truffa, di santone. Fa anche un po’ paura. Ma come mi succede spesso dopo un po’ che non sopporto qualcosa, inizia dentro di me un movimento inverso. Allora nel tempo mi sono messo a leggere alcuni libri su di lui e dalla repulsione sono passato a una crescente simpatia (e devozione, ovviamente). Pio, come lo chiamo nel libro, è davvero divertente. Sofferenza e humor in lui convivono in maniera incredibile.
Il tuo libro sembra offrire una prospettiva unica su Padre Pio, collegando la sua figura a una vasta gamma di temi e personaggi, dai Måneskin a David Lynch. Qual è stato il processo di ricerca e creazione?
Man mano che procedevo mi venivano in mente un sacco di collegamenti, soprattutto con il mondo della musica e del cinema, due mie passioni. E poi tutto parte da un film recentissimo, Padre Pio di Abel Ferrara, il cui protagonista, Shia LaBeouf, l’attore dei Transformers, si è trasformato a sua volta: interpretando padre Pio si è infatti convertito al cristianesimo. Lì ho capito quanto il nostro santo sia attuale.
La tua descrizione del libro suggerisce una narrazione non convenzionale e avvincente su Padre Pio. Qual è stata la tua intenzione principale nell’approcciare la sua storia in questo modo insolito?
Mi piacciono le storie dei santi ma non sempre il modo in cui vengono raccontate, allora ho provato a fare qualcosa di diverso. Qualcosa che in realtà mi è venuto molto naturale. C’è un filosofo francese, Jean Guitton, che ha scritto alcuni ritratti di santi, e mi è sempre piaciuto il suo approccio: più da fotografo o da pittore, che da biografo. E c’è uno scrittore italiano, Paolo Nori, che ha pubblicato un libro su Dostoevskij mischiando biografia e autofiction. Ho preso un po’ spunto da loro.
Nel corso della tua ricerca e della scrittura di questo libro, c’è stato un particolare aspetto della vita o della personalità di Padre Pio che ti ha sorpreso o ha suscitato particolare interesse?
Che ha scritto un’infinità di lettere, migliaia di pagine. Si pensa che sia un ignorante, in realtà leggeva e consigliava di leggere sant’Agostino e santa Teresa d’Avila.
Infine, data la vasta gamma di temi e riferimenti culturali presenti nel tuo libro, c’è un messaggio o un tema principale che speravi di comunicare ai lettori attraverso questa rappresentazione unica di Padre Pio?
Che Pio, come dice il sottotitolo, è un santo della Madonna.