Le origini dell’orrore: alla scoperta dell’horror

L’umanità ha sempre amato raccontare storie spaventose. Sin dall’alba delle civiltà, le storie sono state tramandate di generazione in generazione. Le narrazioni servivano a insegnare e preparare le persone a situazioni della vita reale, creando un effetto catartico. La paura è una delle emozioni più primitive e viscerali dell’uomo, e da essa nasce la nostra eterna attrazione per il mistero e l’orrore. Le narrazioni servivano a insegnare e preparare le persone a situazioni della vita reale, creando un effetto catartico. Questo aspetto didattico ha dato vita a racconti emotivamente intensi e grotteschi, che mettevano in discussione la morale e il mondo circostante. L’horror letterario è un filone relativamente giovane dell’epoca moderna. I mostri, i fantasmi e le creature spaventose esistono da molto più tempo.

L’antica Grecia: i primi orrori letterari

Come spesso accade per molte altre tematiche, dobbiamo ricercare l’origine dell’horror nella cultura dell’antica Grecia. Poeti come Omero e Esiodo hanno raccontato storie di creature mostruose che sarebbero perfettamente in linea con racconti più moderni di Stephen King o Edgar Allan Poe. Dalle visioni profetiche dei fantasmi sui campi di battaglia di Troia passando per le fauci di Scilla e Cariddi, la letteratura greca è ricca di elementi tremendi, tragedie e orrore.

Il Medioevo: storie e orrore

Durante il Medioevo, l‘horror e l’orrore erano temi ricorrenti che trovavano espressione in diverse forme artistiche e narrative. I racconti alimentavano la convinzione che il mondo fosse popolato da forze oscure e demoniache e creature malvagie come streghe, lupi mannari e demoni. Le streghe, in particolare, erano viste come figure malvagie che potevano causare danni attraverso incantesimi e pozioni malefiche. Le leggende di mostri come il lupo mannaro e il vampiro erano diffusissime e contribuivano a creare un senso di terrore nell’immaginario collettivo. Si credeva che i demoni potessero possedere le persone e causare comportamenti strani e spaventosi. Nello stesso periodo, le rappresentazioni dell’inferno erano comuni nelle opere artistiche, come dipinti e sculture che ritraevano scene di tormento e punizione per i peccatori. Queste immagini avevano l’obiettivo di mettere in guardia i fedeli contro i peccati e le conseguenze dell’immoralità.

La nascita del gotico

L’horror è iniziato ad emergere in modo significativo come genere autonomo durante il periodo del Romanticismo. Questa evoluzione è stata alimentata dal crescente interesse per il mistero, il fantastico e il soprannaturale, che era particolarmente radicato negli ambienti intellettuali post-illuministici. Questo clima culturale pre-romantico ha visto lo sviluppo di un genere narrativo distintivo, il romanzo gotico. Nell’Inghilterra degli anni settanta del Settecento, i romanzi gotici erano caratterizzati da atmosfere oscure, trame misteriose e inquietanti, e scenari ambientati in castelli in rovina, abbazie isolate e luoghi solitari. I protagonisti erano spesso giovani nobili e fanciulle vergini tormentati da aguzzini diabolici, spesso associati al clero o a banditi spietati. La componente sovrannaturale, come la presenza di fantasmi e demoni o il dispiegarsi di forze infernali, era spesso al centro di queste narrazioni, anche se in alcuni casi veniva spiegata razionalmente alla fine del romanzo. Il Castello di Otranto di Horace Walpole è spesso considerato il capostipite del romanzo gotico e la prima ghost story della letteratura moderna. L’opera di Walpole ispirò numerosi epigoni e imitatori, sebbene molti di essi non raggiunsero lo stesso livello di successo. Tuttavia, il seme del genere dell’horror era stato piantato nella cultura collettiva, ed era destinato a svilupparsi ulteriormente.

Il 1800 con Mary Shelley e Edgar Allan Poe

Nel 1818, è emerso un romanzo che sarebbe diventato uno dei pilastri del genere gotico, Frankenstein di Mary Shelley. Tuttavia, questo capolavoro va oltre il tradizionale schema gotico e, in realtà, può essere considerato un precursore della fantascienza. La sua trama sfugge alle convenzioni classiche, mancando castelli in rovina, donzelle perseguitate da monaci malvagi o signorotti sadici, e fantasmi. Nonostante ciò, Frankenstein conserva quell’atmosfera tenebrosa tipica del gotico, a tratti ancor più cupa in alcune parti della narrazione. La storia di Victor Frankenstein e della sua creatura rimane una delle più affascinanti del periodo ottocentesco e sicuramente una delle più influenti nell’ambito della letteratura dell’orrore. 

Edgar Allan Poe rappresenta il legame tra il genere gotico e l’horror moderno. È considerato il padre della letteratura dell’orrore, trasformando le convenzioni gotiche. Nelle sue storie, l’orrore assume nuove forme, come la sepoltura prematura, la doppia personalità, la follia omicida e molto altro. Poe ha gettato le basi per i temi che caratterizzano ancora oggi la narrativa dell’orrore, conferendogli dignità letteraria attraverso le sue pagine evocative e macabre.

L’horror nel XX secolo: Il cinema e la cultura popolare

Il ventesimo secolo ha visto l’horror evolversi in un genere multimediale. Il cinema è diventato un veicolo potente per l’horror, portando sullo schermo mostri iconici come Dracula, Frankenstein e l’Uomo Lupo. Film come Psycho di Alfred Hitchcock e Il silenzio degli innocenti di Jonathan Demme hanno portato l’horror in nuove direzioni, esplorando la psicologia umana e l’orrore quotidiano.

L’horror contemporaneo: Dalle pagine allo schermo

Oggi, l’horror continua a prosperare sia nella letteratura sia nel cinema. Autori contemporanei come Stephen King e registi come Jordan Peele hanno portato l’horror a nuovi livelli di sofisticazione e rilevanza sociale. L’horror ha dimostrato di essere un veicolo potente per esplorare le paure collettive e le ansie del nostro tempo. Film come Get Out di Jordan Peele affrontano questioni razziali e sociali attraverso una lente horror, mentre storie come It di Stephen King esplorano le paure dell’infanzia e l’evoluzione della società.

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