Intervista all’autore de “Il raggiro”, il nuovo libro di Berica Editrice

Inizia oggi la nuova rubrica del nostro Blog, un piccolo angolo dedicato alle interviste agli scrittori di Berica Editrice. Il primo a raccontarsi è Samuel Segato, autore del romanzo Il raggiro pubblicato lo scorso settembre.

Samuel Segato è nato ad Arzignano nel 1988. Sin da quando aveva 7 anni, ha coltivato una grande passione per la storia, in particolare per i due conflitti mondiali. A più riprese, le maestre hanno tentato inutilmente di fargli leggere Topolino e Paperino, ma senza ottenere risultati. Parallelamente, ha concentrato la sua fantasia in una serie di racconti, nei quali i personaggi inventati erano inseriti in periodi storici veramente esistiti. Il raggiro è il suo romanzo d’esordio e rappresenta lo sviluppo di uno di quei racconti.

Quando hai scritto la tua prima storia?

Non è facile rispondere. Già all’epoca delle elementari avevo diverse idee per delle storielle d’azione, però intorno al secondo anno delle medie ho iniziato veramente a scrivere qualcosa di concreto.

Com’è nata l’idea per questo romanzo?

Tutto è cominciato quando frequentavo il liceo. Durante il quarto anno, frequentavo un corso extrascolastico di spagnolo e lo studio della lingua mi ha ispirato per uno dei tanti racconti storici che scrivevo e leggevo alla mia famiglia in occasione delle feste di compleanno.

Quanto erano lunghi, questi racconti?

Si trattava di racconti di otto o dieci pagine al massimo. Ogni tanto, però, avevo preso in considerazione l’idea di svilupparlo ulteriormente per farlo diventare qualcosa di ben più serio. Circa 14 anni dopo, su consiglio di una mia conoscente che lavorava nel campo dell’editoria, ho “riesumato” il testo e l’ho rielaborato aggiungendoci la polpa e il pepe che saranno sottoposti ai lettori.

Che ruolo investe la storia nei tuoi scritti?

È più o meno come ne I promessi Sposi di Manzoni o Il Nome della Rosa di Umberto Eco: i personaggi sono fittizi, ma sono inseriti in un contesto storico reale.

Cosa ti ha ispirato nella creazione del personaggio del barbiere?

La mia passione per la storia, in particolare per le due guerre mondiali. All’epoca del liceo, leggevo la rivista Volontari, che narrava le vicende dei militari stranieri che combattevano nelle SS e nelle forze armate germaniche durante il Secondo conflitto mondiale. In questo modo, ho conosciuto gli avvenimenti della Divisione Azul.

Di cosa si tratta?

La Divisione Azul era l’unità dell’esercito tedesco per volontari spagnoli che combatterono nella Campagna di Russia.

E, allora, cos’è successo?

A quel punto mi sono detto: «C’è abbastanza materiale per costruire una storia». E ho pensato alla figura di Figaro come riferimento, con qualche differenza: il racconto si svolge nella stessa città, ma non è ambientato nel Settecento, bensì negli anni ’50 del secolo scorso, un periodo storico che conoscevo decisamente meglio.

Come hai scelto il titolo?

Il racconto originario si chiamava L’Ombra dell’Angelo: voleva essere un riferimento alla figura del barbiere, ma mi è stato consigliato di cambiarlo perché inappropriato. Devo confessare che ero un po’ a corto di idee. Quando avevo appena deciso di sviluppare la trama ho pensato subito a Il raggiro: un titolo improvvisato che, in seguito, avrei eventualmente cambiato.

Ma, alla fine, lo hai tenuto. Come mai?

Ho deciso di tenere quel nome perché il lettore si chiederà come mai ho fatto quella scelta, per scoprirlo solo nelle ultime pagine.

 

Il raggiro è disponibile nel nostro Shop in formato cartaceo ed e-book.

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